QUELLO CHE I SOVRANISTI NON DICONO



La prossima volta che parlate della MIA Unione Europea, della MIA casa, della MIA famiglia e della MIA bandiera blu a stelle gialle, chinate il capo e sciacquatevi la bocca. 




Ieri, a Milano, sono scese in piazza circa 5000 persone per manifestare a favore di un’Unione Europea senza confini. Il tutto è stato causato dal meeting, per nulla producente, tra il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán per fare il punto sull’argomento immigrazione.

È proprio tale argomento che, negli ultimi anni, funge da capro espiatorio per qualsiasi ideologia antieuropeista. L’incontro di ieri, infatti, si erge sul sovranismo più becero che – parlando di “invasione” – si fa portavoce delle accuse più disparate verso l’Unione Europea, a sua volta capro espiatorio di tutti i problemi dei singoli Paesi.

In realtà, la visione che i sovranisti (sia del Bel Paese sia dei Paesi del gruppo Visegrad) danno dell’UE è sbagliata. Innanzitutto, è da tener presente come qualsiasi partito, in qualsiasi Stato membro, abbia manifestato – chi prima e chi dopo – l’idea della necessità di una riforma in seno all’Unione e, soprattutto, inerente il Regolamento di Dublino III (Reg. UE n. 604/2013, che ha sostituito il Reg. EU 343/2003 già erede della Convenzione di Dublino del 1990 in vigore dal 1997) che «stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide». L’urgenza della riforma, dopo i flussi  migratori massicci degli ultimi anni, è indispensabile perché, al momento, il regolamento prevede che lo Stato di prima accoglienza assuma gli oneri che riguardano i migranti. I princìpi sui quali si basa l’Unione Europea sono quelli della condivisione di equa (non uguale!) responsabilità e solidarietà; non è da dimenticare come, l’Unione Europea, e i regolamenti da essa emanati – e obbligatori, nonché direttamente applicabili, per tutti gli Stati membri – si basino sulla negoziazione e sul compromesso: proprio questi due ultimi aspetti hanno permesso, fin dal 1950 (nascita della CECA), la pace in tutto il continente e una serie di vantaggi che il sovranismo, in un modo o nell’altro, annullerà.

Constatato che l’immigrazione sia un problema da ridiscutere, e che comunque una politica di chiusura sia totalmente inutile – pensiamo all’incontro di ieri, si condivide l’euroscetticismo ma il sovranismo impone di pensare solo e soltanto al proprio Paese, di conseguenza è incapace di giungere ad un compromesso e, di conseguenza, incapace di trovare una soluzione – c’è da comprendere se realmente l’UE sia il male assoluto che i sovranisti vogliono farci credere.

Su un piano prettamente economico, l’Italia “finanzia” l’UE con 13 miliardi di euro ogni anno: prezzo per poter continuare ad usufruire dei numerosi vantaggi dell’UE. Di questi 13 miliardi, l’Unione Europea ne “smista” 11 in territorio italiano. Il “costo”di 2 miliardi di euro (3 miliardi la media degli ultimi dieci anni, dati Ifo Institute) che lo Stato ha ogni anno è il saldo netto; se si calcola però l’occupazione e la crescita, nonché la possibilità delle imprese di accedere al mercato unico, i benefici per l’Italia aumentano a 40 miliardi all’anno (la Germania, a fronte di un saldo negativo ne incassa 118 miliardi; la Francia ne spende 7,4 e ne incassa 62; il Regno Unito 7,6 e ne incassa 55; l’Olanda saldo negativo di 2,8 e benefici per 45 miliardi). Mi perdonino gli economisti per le mie espressioni, e termini, da ignorante ma non è assolutamente il mio campo.

Peraltro, giusto per tornare ai sovranisti, bisognerebbe far presente al nostro caro Ministro dell’Interno come quel saldo negativo sia proprio dovuto all’annessione, nell’UE, del blocco Visegrad (come abbiamo detto, l’UE si basa sull’equità e non sull’uguaglianza): tutto il gruppo Visegrad ha il saldo in positivo proprio per garantire il loro pieno sviluppo così da rendere l’Unione un colosso omogeneo di capitali sia ad oriente che ad occidente. Il mercato unico, e l’euro, così tanto odiato dai sovranisti, non ci costa più di tanto (meno di 80 centesimi al giorno per persona e contribuisce al benessere di 500.000.000 di persone e di 28 Paesi). Forse dovrebbero essere i singoli governi, con politiche mirate, a far sì che lo l’economia riuscisse a crescere così da sfruttare per il meglio il mercato unico: ma non aspettatevi un suggerimento dal sottoscritto perché, come già detto, non è un campo che mi riguarda).

Ma l’Unione Europea, per quanto vada sistemata, è la cosa più bella che la vecchia generazione sia riuscita a concepire. Voi date troppe cose per scontato e, quindi, da buon europeista, mi sembra giusto elencarvele:

  • libera circolazione delle merci, dei capitali, delle persone e dei servizi. Significa niente dogane per noi, niente dazi e nessun vincolo su tutto il territorio dell’Unione. Uno stato enorme. Prossimamente anche la libera circolazione dei dati;
  • il mercato unico ha creato 2,77 milioni posti di lavoro e generato 233 miliardi di euro di commercio in più ogni anno; 
  • una moneta, che per quanto odiate, rimane comunque una moneta forte. Impensabile, oggi, che le singole valute nazionali potessero far concorrenze alle valute delle superpotenze (sterlina a parte);
  • dal 2015 al 2018 sono stati mobilitati 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati associati a una garanzia di 16 miliardi di euro a carico del bilancio dell’Unione;
  • finanziamenti per ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, istruzione, trasporti, energia e digitale. Giusto per ricordavelo, l’Erasmus viene da qua;
  • dal 2007 al 2013, grazie agli investimenti del fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione sono stati creati più di 770.000 posti di lavoro; 5 milioni di persone sono state connesse alla banda larga; 5,5 migliori di persone hanno beneficiato di miglioramenti del trasporto urbano; è stato migliorato l’approvvigionamento idrico di 4,3 milioni di persone; quasi 100.000 società hanno ricevuto un sostegno all’avviamento; sono stati costruiti 23.800 km di strada (l’equatore è lungo 40.000 km); sono stati costruiti 3.465 km di autostrada;
  • negli ultimi sette anni 100 milioni di abitanti hanno ottenuto servizi e infrastrutture migliori; sono state finanziate 30.000 nuove iniziative turistiche; sono state create e sostenute 50.000 microimprese;
  • nel 2014 sono stati impiegati 413 milioni di euro per sconfiggere l’Ebola nel mondo, sono state finanziate misure di emergenza per arginare l’epidemia e finanziare servizi essenziali; sono stati inviati esperti e specialisti, attrezzature essenziali e laboratori mobili nei paesi dell’Africa occidentale;
  • tra il 2011 e il 2013 il bilancio dell’UE ha destinato 174 milioni di euro all’istruzione e alla protezione dei minori in Siria. Nel 2014 altri 128 milioni sono stati destinati alla Siria e ai Paesi vicini;
  • nel mondo, tra il 2004 e il 2012 sono stat costruite 37.000 scuole; 14 milioni di ragazzi e ragazze in più hanno beneficiato dell’istruzione primaria; 18,3 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo (in Italia abbiamo i NO-VAX!); 7,5 milioni di nascite sono state assistite da personale sanitario qualificato; 8.500 centri e strutture sanitarie sono state costruite, rinnovate o equipaggiate; più di 70 milioni di persone hanno avuto accesso all’acqua potabile;
  • le misure europee di protezione dei consumatori mirano a tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici e giuridici dei consumatori europei, ovunque essi vivano, si rechino o facciano acquisti nell'UE. La legislazione dell'Unione disciplina sia le operazioni fisiche che il commercio elettronico e contiene norme di applicabilità generale unitamente a disposizioni riguardanti prodotti specifici, tra cui i medicinali, gli organismi geneticamente modificati, i prodotti del tabacco, i cosmetici, i giocattoli e gli esplosivi. Giusto per farvi un esempio: i passeggeri hanno diritto al rimborso in caso venga negato l’imbarcato, o ci sia un ritardo, su un aereo; oppure le norme contro i contenuti pericolosi verso i bambini;
  • il fondo di solidarietà per i disastri naturali: per una proporzione, dalla sua creazione nel 2002, in tutto sono stato donati 5 miliardi di euro di cui 1,2 miliardi di euro nel 2007 stanziati per Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche a causa dei terremoti;
  • patente, documenti, certificati, qualsiasi cosa che funga da documento nel vostro Stato, è valevole in tutto il territorio dell’Unione;
  • da giugno 2017 è possibile chiamare il proprio paese da un qualunque luogo dell’Unione senza ulteriori oneri. Il roaming non esiste più e i costi delle chiamate tra cellulari stanno per essere parificati, diminuiti e aperti al mercato libero; pensate alla compagnia Illiad; le autorità locali possono richiedere fondi all’Unione per creare punti di accesso a internet e hotspot, nuovi servizi digitali e programmi nazionali di wifi gratuito grazie all’iniziativa WiFi4EU (120 milioni di euro in tutto).

Questi sono solo alcuni dei vantaggi di far parte dell’Unione Europea, che i vostri cari leader sovranisti evitano di ricordarvi.


La prossima volta che parlate della MIA Unione Europea, della MIA casa, della MIA famiglia e della MIA bandiera blu a stelle gialle, chinate il capo e sciacquatevi la bocca.